Dopo qualche mese di latitanza, è forse il caso di riprendere la scrittura di questo blog, con l'imbarazzo che la mia incostanza ogni volta è in grado di crearmi.
Dopo il post di luglio, attraverso una lunga serie di peripezie, la mia vita di insegnante ha subìto una nuova rivoluzione. Ho cambiato scuola e sono tornato al liceo. Beauxbatons è un prestigioso istituto paritario, che offre ai suoi giovani discenti due indirizzi: classico e scientifico.
Lasciare la precedente scuola è stato per me fonte di grande sofferenza, ma avevo l'impressione di dover tentare il cambiamento.
Credo che, in parte, la scelta si sia rivelata corretta. Gli ultimi mesi nella vecchia scuola avevano mostrato un'aria viziata e da avanzamenti di carriera di colleghi che nella vita avrebbero dovuto fare miliardi di lavori, escluso quello dell'insegnante. Sapere di dover sottostare alle regole della vicepreside "Miss. Virgolatrasoggettoepredicato", una donna arrivista, incompetente e melliflua come poche, non riusciva proprio a starmi bene.
A settembre, dunque, ho ripreso la mia attività di insegnante al liceo, si diceva. Tornare ai ritmi di lavoro del liceo non si è rivelato particolarmente difficile a dire il vero, forse perché le mie classi sono tutte al biennio, un momento che, per mille motivi, è molto simile alle medie. Noto in me un esponenziale aumento del livello di severità, forse perché i nostri ricchi rampolli conoscono in modo imperfetto le regole dello stare assieme.
In modo del tutto inaspettato, sento una tremenda nostalgia per l'insegnamento della storia e della geografia alle medie.
Ripartirò da qui, con i miei racconti. Consapevole che la mia auto-percezione come insegnante è abbastanza in via di definizione.